venerdì 26 ottobre 2012

RACCONTANDO, "E!STATE LIBERI!" !

COOPERATIVA “LAVORO E NON SOLO”
(13–21 agosto 2012) Corleone - SICILIA
di Elisabetta Sardelli e Maria Chiara Pavesi

 
Una fotografia: una ventina di ragazzi che camminano in mezzo a dei filari di viti. La terra accanto è arsa e brulla, nell’area si può sentire l’ odore della terra e del caldo siciliano. Soffermandosi un momento a guardare meglio si può intuire la gioia e l’ entusiasmo di quei ragazzi, pronti a lavorare nei campi per tutta la mattina, nonostante il caldo e la fatica. Ragazzi che hanno deciso di passare una o due settimane della propria estate sui territori confiscati alla mafia, perché: “Ogni pomodoro raccolto, ogni vite sistemata è uno schiaffo alla mafia.”

Sono passati alcuni mesi da quando siamo tornate, ma appena la mente torna indietro a quella settimana, a quel luogo così arso e brullo, alle persone incontrate e ai luoghi visitati, alle mattine spese sui campi a sistemare vigneti o a raccogliere pomodori, gli occhi si riempiono di ricordi e il cuore di gioia.
È difficile spiegare cosa abbia significato per noi andare ai campi di lavoro quest’estate. Quando siamo salite sull’aereo avevamo motivazioni e un percorsi diversi, con un pensiero che ci accomunava: la voglia sporcarci le mani e vivere una settimana di condivisione, lavoro e testimonianze insieme a tanti altri giovani, secondo quegli ideali che da tempo ci accompagnano. Quest’esperienza ci ha permesso di faticare sui campi, ma soprattutto di vivere un momento di crescita personale: abbiamo capito che combattere la piaga della mafia è possibile. Abbiamo conosciuto nuovi amici, compagni di viaggio che condividono con noi la stessa voglia di capire, di alzare la testa e dire NO, no alla mafia. Abbiamo incontrato persone che hanno fatto della loro vita una lotta continua alla mafia perché credono con tutto il cuore che cambiare è possibile, perché amano la loro terra, e con impegno e dedizione, nella semplicità e quotidianità della vita, si adoperano per un futuro libero.

La cooperativa “Lavoro e non solo” - partner di Libera, insieme all’ARCI , organizza nell’ambito del progetto “LiberArci dalle Spine” campi di lavoro sui terreni confiscati alla mafia per tutto il periodo che va da maggio ad ottobre.
Casa Caponnetto, in via Crispi, a Corleone, è diventa la nostra nuova casa: una volta era della famiglia Grizzaffi, nipoti di Riina, ora è casa nostra, è la casa di tutti i ragazzi e le ragazze che partecipano ai campi, è la casa dei soci della cooperativa, di chiunque voglia passare per Corleone e fermarsi due o tre giorni per conoscere quest’antimafia, fatta di tanto sudore ed impegno ma anche di tanta speranza.
I campi offrono anche momenti di incontro, innanzi tutto con i soci della Cooperativa –tra cui Calogero, Franco, Salvatore e Bernardo -, che ci hanno accompagnati durante tutta la settimana, momenti per conoscere meglio la storia della cooperativa stessa, da dove è nato il progetto “LiberArci dalle spine” e cosa voglia dire lavorare sui campi e aver fatto questa scelta di vita, e poi incontri con personaggi come Pino Maniaci e i sopravvissuti alla strage di Portella della Ginestra, e visite in alcuni luoghi simbolo come la tomba di Placido Rizzotto e il Laboratorio della Legalità, a Corleone.
Momenti di crescita ed educazione, che offrono spunti di riflessione forti e concreti che ci spingono a interrogarci sul nostro impegno, e a guardare la realtà che ci circonda con occhi ancora più critici.
I campi e i laboratori sono l'esempio che, anche in quei luoghi dove la mafia ha spadroneggiato, è possibile ricostruire una realtà sociale ed economica fondata sulla legalità e sul rispetto della persona.”
Questo campo ci ha fatto capire che il mafioso può essere ricchissimo e avere un sacco di collegamenti politico-economici ma se al mafioso togli la terra, la presenza sul territorio, la stima delle persone che lo circondano, il mafioso non è più nulla. E quindi la lotta a questa “montagna di merda” (cit. Peppino Impastato) bisogna iniziarla proprio a casa loro, sui loro terreni, in mezzo alle loro famiglie. Farsi vedere e essere testimoni di cambiamento e valori sani.

Quello che a noi ha colpito maggiormente, però, è stato parlare con quelle persone che a Corleone ci vivono: Franco, Calogero e Salvatore e tutti gli altri soci della cooperativa. Non possiamo dimenticare i loro occhi e le loro mani: occhi pieni di passione, amore, coraggio e anche paura (paura perché scegliere di essere diversi, schierarsi dalla parte dell’antimafia a Corleone, è rischioso: Franco ci raccontava di come, la mattina, guardava i suoi figli andare a scuola con la paura di non rivederli più, o di come spesso si accorgeva di essere seguito da una macchina), e mani ruvide e sporche di terra, mani di contadini, mani che lavorano e si sporcano per migliorare questo mondo, per “liberarci dalle spine della mafia”.

Quello che abbiamo imparato è che tra Trento o Corleone non c’è molta differenza: impegnarsi in prima persona è fondamentale per costruire un futuro di libertà, verità e giustizia, come invita il Giudice Antonino Caponnetto rivolgendosi ai giovani: “ Ragazzi, godetevi la vita, innamoratevi, siate felici ma diventate partigiani di questa nuova resistenza, la resistenza dei valori, la resistenza degl’ideali. Non abbiate paura di pensare, di denunciare e di agire da uomini liberi e consapevoli. Siate attenti, siate vigili, siate sentinelle di voi stessi! L’avvenire è nelle vostre mani. Ricordatevelo sempre!”

1 commento:

  1. mai come in questo periodo, la nosta Italia se non il nostro mondo ha bisogno di uomini e donne consapevoli e cosapevolmentemi liberi.
    mi piace proprio, gianni

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