giovedì 13 dicembre 2012

LA CITTADINANZA INCONTRA MARIA FALCONE.

14 e 15 dicembre 2012
Un'occasione per conoscere, chiedere, partecipare, informarsi e costruire legalità. 
NOI CI SAREMO. NON MANCATE!

Maria Falcone sarà a Trento due giorni: il 14 e il 15 dicembre

Su iniziativa dell'Assessorato all'Istruzione e Sport incontrerà studenti e cittadinanza
Maria Falcone, sorella del magistrato Giovanni Falcone simbolo della lotta alla mafia, assieme al collega e amico Paolo Borsellino, sarà a Trento nelle giornate di venerdì e sabato, 14 e 15 dicembre prossimi su iniziativa dell’Assessorato provinciale all’istruzione e sport in collaborazione con il servizio Grandi Eventi della Provincia.
Un programma denso di incontri con autorità istituzionali e magistrati, ma principalmente con gli studenti degli istituti superiori e la cittadinanza al mattino di sabato nella sala della cooperazione a Trento.

 Questo il programma di massima
Venerdì 14 dicembre 2012
Nel primo pomeriggio la professoressa Maria Falcone incontrerà il presidente della Provincia, Lorenzo Dellai, e il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta.
Seguirà, alle ore 16.15, un incontro al palazzo di giustizia, durante il quale la professoressa avrà modo di visitare la mostra Vite per la legalità (ANM e Il Margine) e l'aula dedicata a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Sabato 15 dicembre 2012
Incontro con studenti e cittadinanza, dalle 9 alle 12, nella Sala della cooperazione  in via Segantini a Trento, durante il quale è prevista la presentazione della Consulta Provinciale degli studenti, la proiezione di un breve filmato sulla vita di Giovanni Falcone, l’intervento di Maria Falcone e il dialogo con i partecipanti.

Saranno presenti anche gli studenti dell’Istituto Martini di Mezzolombardo che nel maggio scorso hanno vinto il concorso nazionale indetto da MIUR e Fondazione Falcone per la manifestazione Nave della legalità, i quali presenteranno il proprio lavoro.
Sarà presente l'Assessore provinciale all'istruzione e allo sport, Marta Dalmaso.

Al centro della visita della professoressa Falcone a Trento resta dunque l'incontro con gli studenti, nell'ottica di un'educazione alla cittadinanza responsabile e alla legalità che è divenuta per lei la ragione fondamentale del suo impegno in questi vent'anni.

L’assessore Marta Dalmaso ha inviato in questi giorni una lettera ai Dirigenti scolastici delle Istituzioni scolastiche del secondo ciclo e formative provinciali e paritarie ed ai Direttori dei Centri di formazione professionale, ricordando che «in questi vent’anni Maria Falcone ha dedicato la sua vita a testimoniare la necessità di un impegno diffuso come condizione fondamentale nella lotta all’illegalità e alla criminalità, concentrando la sua attenzione soprattutto sui percorsi educativi che la scuola può mettere in atto per costruire la cultura della legalità».
«Per questa ragione l’incontro con Maria Falcone assume un grande valore non solo per gli studenti, ma anche per i docenti, e può essere l’occasione per riflettere assieme sul valore della scuola come luogo di riflessione e di educazione alla cittadinanza responsabile.»

Per le scuole le prenotazioni per l’incontro di sabato mattina alla Sala della Cooperazione vanno effettuate inviando una e-mail a: alberto.conci@provincia.tn.it o telefonando al numero 0461-494322 (Alberto Conci), indicando il numero esatto dei partecipanti (studenti e docenti), nome e numero di telefono del docente referente.
Per le prenotazioni via e-mail è necessario attendere la conferma. Saranno accettate le prenotazioni in ordine alla data di arrivo fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Fonte l'Adigetto.it
 

martedì 20 novembre 2012

MATERIALE NON CONFORME

VENERDì 23 NOVEMBRE - ORE 21.00 - TEATRO PORTALAND

via Papiria 8, Trento
 
LIBERA TRENTINO E Portland Nuovi Orizzonti Teatrali CONTINUANO
LA STAGIONE "Materiale Non Conforme" 
(dedicata al teatro che vuole toccare temi scottanti 
e che cerca, in qualche modo, di risvegliare le coscienze)
 
CON LO SPETTACOLO:
 
 "LA SPREMUTA" 
di e con BEPPE CASALES

PER COLORO CHE SONO TESSERATI CON LIBERA (MOSTRANDO LA TESSERA IN BIGLIETTERIA) POTRANNO ACCEDERE AGLI SPETTACOLI 
DELLA STAGIONE A 8 EURO, ANZICHè A 12!

VI ASPETTIAMO PER PROTEGGERE INSIEME LA BELLEZZA!
 
  
La Spremuta di Beppe Casales è uno spettacolo che sta girando tutta Italia con enorme interesse e grande successo. Il motivo è semplice: nessuna regione, nessuna parte d'Italia, è veramente immune ai tentacoli della criminalità organizzata. Anche in Trentino la mafia ha cominciato a mettere radici. Ecco perché al Portland pensiamo sia giusto fare la nostra parte per sensibilizzare la popolazione.

Il 7 gennaio 2010 i migranti che lavorano a Rosarno si ribellano. Gli africani dopo anni di violenze e sfruttamento reagiscono, fanno ciò che gli italiani non fanno da anni: alzano la testa. In due giorni si consuma tutto: scontri con la polizia, la caccia al nero, e infine lo sgombero. I media nazionali sottolineano che la mafia non c'entra. Ma dire che la mafia non c'entra in Calabria è una bugia. La mafia c'entra eccome, non solo in Calabria.
Nei fatti di Rosarno si concentrano tre nodi fondamentali che stringono al collo l'Italia, e che prima o poi bisognerà avere il coraggio di sciogliere: il rapporto coi migranti, la mafia e il concetto di lavoro.
L'Italia è spremuta da mani violente, da molte mani. Il coraggio di chi non vuole più girare la testa, di chi pensa che vivere esiga più dignità deve essere imitato, non temuto.

Lo spettacolo è programmato in coordinamento con l'Associazione Libera Trentino.

Biglietteria 
Intero 12 € 
Ridotto newsletter e Carta in Cooperazione 10 €
Ridotto Studenti 8 €
Ridotto soci Portland e Gold Card Spazio Off 6 €. 
A fine serata ci sarà una degustazione di vini. Domenica mattina invece ci sarà una piacevole colazione.

Per informazioni e prenotazioni:
Teatro Portland e Scuola di Teatro
Via Papiria, 8 - 38122 Trento
Tel/fax 0461.924470
Infomail: info@teatroportland.it
Infoweb: www.teatroportland.it
 
 
 
 

venerdì 9 novembre 2012

BIùTIFUL CAUNTRI

QUESTA SERA - ORE 20.30 - TEATRO DI PADERGNONE
 

BIùTIFUL CAUNTRI 
Proiezione del documentario shock sulle ecomafie.
 
NE PARLA CON NOI PEPPE RUGGIERO.

IL MOMENTO PER FARE QUALCOSA è ORA. PARTE DA NOI ED è PER NOI. 
SIAMO ANCORA IN TEMPO PER ESSERE PROTAGONISTI DEL NOSTRO TEMPO.

NON MANCATE!

Biùtiful cauntri è un film documentario realizzato nel 2007 da Esmeralda Calabria, Andrea D'Ambrosio e Peppe Ruggiero.
Affronta il tema dell'"emergenza rifiuti" e dell'inquinamento in Campania, focalizzandosi sui problemi delle innumerevoli discariche abusive, dell'ecomafia e delle conseguenze dell'inquinamento sull'allevamento, in particolare delle pecore, e sull'agricoltura, oltre a fornire degli indizi sul fatturato derivante dallo smaltimento illegale dei rifiuti.
Il film rappresenta l'avvelenamento lento della popolazione a causa dell'inquinamento causato dalla camorra e sfrenato dai politici e dal governo.

 


ETHICANDO

Quest'estate passeggiando per le strade di Parigi, mi è capitato d'imbattermi in un piccolo bistrot dal forte spirito italiano. Non si trattava,come si può credere, del solito ristorante italiano che esporta pizza margherita e lasagne alla bolognese, ma di una bottega che ha deciso di far conoscere,anche a Parigi, i prodotti di molte cooperative sociali che agiscono nella nostra penisola.
Caterina e Ludovica sono le due ragazze che hanno deciso di cimentarsi in quest'impresa: dopo diversi anni vissuti a Parigi dove lavoravano nel ramo della comunicazione hanno aperto Ethicando, il primo negozio in Francia di prodotti tutti italiani provenienti da cooperative sociali che agiscono all'interno delle realtà dell'antimafia, in quella carceraria e di salute mentale.
L'idea inedita è quella di esportare quell'italianità d'eccellenza che all'estero non è conosciuta: la resistenza sul territorio e l'impegno di molte cooperative e associazioni che lottano quotidianamente per riscattare realtà relegate al margine. Esperienze dalle quali si possono prendere spunti più che positivi: un esempio meritevole è sicuramente il modello, tutto italiano, della confisca e del riutilizzo dei beni delle mafie. Modello molto distante dalla realtà francese dove la confisca investe un numero quantitativamente minore di beni, per un ammontare di 300 milioni di euro all'anno che vanno principalmente alla polizia e al ministero della Giustizia e non volti a progetti di recupero.
Una realtà italiana che potrebbe per una volta essere un esempio da riprodurre.
La sensibilizzazione, però, non passa solo attraverso la vendita dei prodotti di Libera Terra, ma insieme a Libera e a Flare (Freedom Legality Rights Europe), un'altra associazione antimafia che agisce nel territorio parigino, sono stati organizzati incontri, dibattiti, spettacoli teatrali e cineforum.
Caterina e Ludovica hanno voluto far nascere un vero e proprio centro poliedrico per raccontare un'altra Italia e far sorgere una nuova consapevolezza.
E sembra che piano piano ci stiano riuscendo: dopo quasi un anno di attività molti clienti ritornano quasi tutte le settimane per acquistare vino, olio, confetture, passata di pomodoro consapevoli del significato della loro scelta e della storia che questi prodotti raccontano.
“La nuova sfida” mi racconta Caterina “è quella di proporre, anche ai ragazzi francesi, l'esperienza estiva dei campi di lavoro nelle terre confiscate, un modo per sentirsi ancora più coinvolti nella lotta contro la criminalità organizzata che sicuramente non è una peculiarità solo italiana.”
Il loro entusiasmo nel difendere e promuovere questa Italia ha invaso anche me facendomi riflettere sul tempo perso a giustificare, ad amici francesi, gli accadimenti disastrosi del nostro paese invece di ricordare e raccontare quell'Italia, che seppur nell'ombra, riesce a far sentire la sua voce anche dove non ci si aspetta.
di 
Irene Pastore


Per saperne di più clicca qui ETHICANDO .

venerdì 26 ottobre 2012

MATERIALE NON CONFORME

VENERDì 27 OTTOBRE - ORE 21.00 - TEATRO PORTALAND

via Papiria 8, Trento
 
LIBERA TRENTINO INAUGURA INSIEME A Portland Nuovi Orizzonti Teatrali LA STAGIONE "Materiale Non Conforme" CON LO SPETTACOLO "SUICIDI?"

PER COLORO CHE SONO TESSERATI CON LIBERA (MOSTRANDO LA TESSERA IN BIGLIETTERIA) POTRANNO ACCEDERE AGLI SPETTACOLI DELLA STAGIONE A 8 EURO, ANZICHè 12!

VI ASPETTIAMO PER PROTEGGERE INSIEME LA BELLEZZA!


Produzione Moliere Spettacoli (Roma)
SUICIDI?
Di e con Fabrizio Coniglio e Bebo Storti
tratto dal libro di Mario Almerighi “3 suicidi eccellenti”
diretto e interpretato da Bebo Storti e Fabrizio Coniglio

Siamo in piena tangentopoli e due comuni cittadini italiani, giocando a fare gli ispettori, indagano su “3 suicidi eccellenti” di quel periodo: Castellari direttore generale degli affari economici del Ministero delle Partecipazioni Statali e consulente dell’Eni, Cagliari presidente dell’Eni e Gardini capo indiscusso della Montedison e maggior azionista dell’Eni. Perché le scene dei suicidi sono state alterate? Perché Castellari, Cagliari e Gardini si uccidono proprio il giorno in cui dovrebbero incontrare i magistrati? Hanno tutti e 3 un forte legame con L’Eni. E’ solo una coincidenza? Il sistema uccide chi all’improvviso diventa inaffidabile? Non daremo presuntuosamente la soluzione a questi quesiti, ma insinueremo nello spettatore ,con le testimonianze, gli interrogatori, le analisi compiute sul luogo del delitto, le perizie e le autopsie, il dubbio che questi suicidi possano forse essere anche degli omicidi, senza cadere nella retorica, ma usando l’ironia e la forza teatrale della rappresentazione. Nulla di ciò che viene rappresentato è inventato ma è tratto da documenti, dichiarazioni e perizie ufficiali, raccolte con minuziosa scrupolosità dal presidente del tribunale di Civitavecchia Mario Almerighi. Lo spettacolo “Suicidi?” è infatti tratto dal libro “3 Suicidi Eccellenti” di cui Almerighi è l’autore. Ma Perché riattraversare quel periodo? Perché riparlarne? Tutti sappiamo che era uso comune, in quegli anni, il "sistema" delle tangenti; il favore all'amico di partito, al sodale, alla persona "vicina" per ideologia e per appartenenza. Una mafia che si stringe attorno all'idea di Patria, ma che poi fa spreco di denaro pubblico. Una classe dirigente e politica che ha perso, se mai l'ha avuto, il senso dello stato, del "servire il popolo" ma che è invece terrorizzata dal perdere i propri privilegi, dal veder svanire il potere con i privilegi. E così montagne di danaro pubblico vanno in fumo fra gli anni settanta e gli anni novanta, indebitando lo stato e quindi i cittadini italiani per i prossimi decenni a venire. Riattraversare quel periodo con queste tre vicende è anche un modo per capire che cosa è il nostro paese oggi e cosa continuerà ad essere negli anni, se questo “sistema” non verrà smantellato.

Orari
Spettacoli del venerdì e del sabato: ore 21.00
Spettacoli della domenica: ore 10.00 con colazione
Tutti gli eventi si svolgono presso il Teatro Portland in via Papiria 8 a Piedicastello (Trento)

Biglietteria
Intero 12€
Ridotto Newsletter e Carta in Cooperazione 10€
Ridotto Studenti 8€
Ridotto soci Portland 6€

RACCONTANDO, "E!STATE LIBERI!" !

COOPERATIVA “LAVORO E NON SOLO”
(13–21 agosto 2012) Corleone - SICILIA
di Elisabetta Sardelli e Maria Chiara Pavesi

 
Una fotografia: una ventina di ragazzi che camminano in mezzo a dei filari di viti. La terra accanto è arsa e brulla, nell’area si può sentire l’ odore della terra e del caldo siciliano. Soffermandosi un momento a guardare meglio si può intuire la gioia e l’ entusiasmo di quei ragazzi, pronti a lavorare nei campi per tutta la mattina, nonostante il caldo e la fatica. Ragazzi che hanno deciso di passare una o due settimane della propria estate sui territori confiscati alla mafia, perché: “Ogni pomodoro raccolto, ogni vite sistemata è uno schiaffo alla mafia.”

Sono passati alcuni mesi da quando siamo tornate, ma appena la mente torna indietro a quella settimana, a quel luogo così arso e brullo, alle persone incontrate e ai luoghi visitati, alle mattine spese sui campi a sistemare vigneti o a raccogliere pomodori, gli occhi si riempiono di ricordi e il cuore di gioia.
È difficile spiegare cosa abbia significato per noi andare ai campi di lavoro quest’estate. Quando siamo salite sull’aereo avevamo motivazioni e un percorsi diversi, con un pensiero che ci accomunava: la voglia sporcarci le mani e vivere una settimana di condivisione, lavoro e testimonianze insieme a tanti altri giovani, secondo quegli ideali che da tempo ci accompagnano. Quest’esperienza ci ha permesso di faticare sui campi, ma soprattutto di vivere un momento di crescita personale: abbiamo capito che combattere la piaga della mafia è possibile. Abbiamo conosciuto nuovi amici, compagni di viaggio che condividono con noi la stessa voglia di capire, di alzare la testa e dire NO, no alla mafia. Abbiamo incontrato persone che hanno fatto della loro vita una lotta continua alla mafia perché credono con tutto il cuore che cambiare è possibile, perché amano la loro terra, e con impegno e dedizione, nella semplicità e quotidianità della vita, si adoperano per un futuro libero.

La cooperativa “Lavoro e non solo” - partner di Libera, insieme all’ARCI , organizza nell’ambito del progetto “LiberArci dalle Spine” campi di lavoro sui terreni confiscati alla mafia per tutto il periodo che va da maggio ad ottobre.
Casa Caponnetto, in via Crispi, a Corleone, è diventa la nostra nuova casa: una volta era della famiglia Grizzaffi, nipoti di Riina, ora è casa nostra, è la casa di tutti i ragazzi e le ragazze che partecipano ai campi, è la casa dei soci della cooperativa, di chiunque voglia passare per Corleone e fermarsi due o tre giorni per conoscere quest’antimafia, fatta di tanto sudore ed impegno ma anche di tanta speranza.
I campi offrono anche momenti di incontro, innanzi tutto con i soci della Cooperativa –tra cui Calogero, Franco, Salvatore e Bernardo -, che ci hanno accompagnati durante tutta la settimana, momenti per conoscere meglio la storia della cooperativa stessa, da dove è nato il progetto “LiberArci dalle spine” e cosa voglia dire lavorare sui campi e aver fatto questa scelta di vita, e poi incontri con personaggi come Pino Maniaci e i sopravvissuti alla strage di Portella della Ginestra, e visite in alcuni luoghi simbolo come la tomba di Placido Rizzotto e il Laboratorio della Legalità, a Corleone.
Momenti di crescita ed educazione, che offrono spunti di riflessione forti e concreti che ci spingono a interrogarci sul nostro impegno, e a guardare la realtà che ci circonda con occhi ancora più critici.
I campi e i laboratori sono l'esempio che, anche in quei luoghi dove la mafia ha spadroneggiato, è possibile ricostruire una realtà sociale ed economica fondata sulla legalità e sul rispetto della persona.”
Questo campo ci ha fatto capire che il mafioso può essere ricchissimo e avere un sacco di collegamenti politico-economici ma se al mafioso togli la terra, la presenza sul territorio, la stima delle persone che lo circondano, il mafioso non è più nulla. E quindi la lotta a questa “montagna di merda” (cit. Peppino Impastato) bisogna iniziarla proprio a casa loro, sui loro terreni, in mezzo alle loro famiglie. Farsi vedere e essere testimoni di cambiamento e valori sani.

Quello che a noi ha colpito maggiormente, però, è stato parlare con quelle persone che a Corleone ci vivono: Franco, Calogero e Salvatore e tutti gli altri soci della cooperativa. Non possiamo dimenticare i loro occhi e le loro mani: occhi pieni di passione, amore, coraggio e anche paura (paura perché scegliere di essere diversi, schierarsi dalla parte dell’antimafia a Corleone, è rischioso: Franco ci raccontava di come, la mattina, guardava i suoi figli andare a scuola con la paura di non rivederli più, o di come spesso si accorgeva di essere seguito da una macchina), e mani ruvide e sporche di terra, mani di contadini, mani che lavorano e si sporcano per migliorare questo mondo, per “liberarci dalle spine della mafia”.

Quello che abbiamo imparato è che tra Trento o Corleone non c’è molta differenza: impegnarsi in prima persona è fondamentale per costruire un futuro di libertà, verità e giustizia, come invita il Giudice Antonino Caponnetto rivolgendosi ai giovani: “ Ragazzi, godetevi la vita, innamoratevi, siate felici ma diventate partigiani di questa nuova resistenza, la resistenza dei valori, la resistenza degl’ideali. Non abbiate paura di pensare, di denunciare e di agire da uomini liberi e consapevoli. Siate attenti, siate vigili, siate sentinelle di voi stessi! L’avvenire è nelle vostre mani. Ricordatevelo sempre!”

RACCONTANDO, "E!STATE LIBERI!" !

VILLA SANTA BARBARA
 S. Pietro Vernotico - PUGLIA
di Giacomo Longato 

Dopo varie esitazioni, quest’anno ho finalmente deciso di fare la mia prima esperienza in un campo E!STATE LIBERI!. Questa decisione è maturata dalla voglia di poter dare un aiuto concreto nella lotta contro le mafie e anche per conoscere e capire di più una realtà da me conosciuta solo attraverso gli occhi e le orecchie di terzi. Il campo che ho scelto è a Villa Santa Barbara nel paese di S. Pietro Vernotico, 20 km da Brindisi. Questa villa è stata sequestrata nel 2010, insieme ai 35 ettari di campi che la circondano , all’ex cassiere della Sacra Corona Unita “don” Tonino Screti. Personaggio che si è arricchito attraverso la produzione di vino al metanolo, prodotto proprio nella villa e che poi veniva rivenduto come vino da taglio a molte rinomate cantine del Nord Italia ed estere. Grazie a questo losco commercio è riuscito a venire a contatto con la SCU e a ricoprire subito un ruolo di tutto rispetto all’interno di questa.
Grazie alla posizione strategica della villa, riesce ad avere il controllo dei traffici illegali in tutto il circondario di S. Pietro e Torchiarolo; infatti, la villa, con le sue alte mura bianche e suoi fari da stadio che la illuminano a giorno, non era solo un luogo di vita ma anche il punto nevralgico di molte attività criminali dell'organizzazione: qui negli anni novanta sono passati molti carichi del contrabbando di sigarette e di armi, e centinaia d’immigrati albanesi che venivano condotti lì attraverso una polverosa strada di campagna nascosta tra i vigneti. Forse la stessa che ho percorso io nel mio arrivo alla villa.
Le nostre giornate a Villa Santa Barbara erano divise in due “fatiche”: la prima, quella “fisica”, il lavoro nei campi confiscati dove noi davamo materialmente un piccolo aiuto alla cooperativa Libere Terre di Puglia. A parte la sveglia alle cinque, il caldo cocente e le fastidiose cicale che ci continuavano a venire addosso, il lavoro non era troppo pesante, era un bel momento per conoscerci meglio e per cantare insieme qualche bella canzone.
Il pomeriggio, dopo un lauto pranzo e un appagante riposino per recuperare il sonno rubato alle 5 del mattino, arrivava la fatica maggiore, ma quella più utile: quella “psicologica”. Infatti ,era in questi momenti che venivano a trovarci i nostri “ospiti”. Alcuni ci parlavano più scolasticamente di cose interessanti come la storia della villa o il funzionamento della cooperativa o la storia della legislazione che ha portato a quello che stavamo vivendo (dalla legge Rognoni-La Torre, che parla per la prima volta di associazione mafiosa e di confisca dei beni, fino alla legge 109/96 che sigla le disposizioni
sul riutilizzo sociale dei beni confiscati). Altri, tra cui Don Ciotti, Ivano (ragazzo della cooperativa che è nato e vissuto a Mesagne negli anni in cui era la base della SCU), Don Raffaele (parroco di S. Pietro Vernotico e impegnato nel sociale) e Fabio Marini (presidente di un’associazione “NO pizzo” di Mesagne) ci hanno fatto riflettere e talvolta anche emozionare fino alla perdita di qualche lacrima.
Ci hanno fatto riflettere sul valore e l’importanza di essere cittadini, di adempiere i propri doveri di cittadino, solo se tutti noi facciamo la nostra parte, riusciremo a creare un ambiente, dove tutti potremmo vivere meglio, nel rispetto reciproco e in quello del nostro paese.
Perciò in noi non può esistere la figura dell’eroe, perché questo può giustificare
l’astensionismo. Facendo un esempio, i giudici Borsellino e Falcone sono considerati da molti degli eroi perché sono morti per portare la giustizia nella propria terra; ma, considerandoli degli eroi la gente li mette su un piano superiore, dicendo che hanno compiuto qualcosa di straordinario, così facendo si sottintende che ammette di non poter agire allo stesso modo perché non si considera alla loro altezza. Ed è proprio questo l’errore che permette alla mafia, e più in genere all’illegalità, di sopravvivere; loro due e tutte le vittime di mafia, citando il giudice Caselli, “sono morte perché noi non siamo stati abbastanza vivi”; se tutti noi, quotidianamente e insieme, facessimo la nostra parte, fossimo abbastanza vivi, nella lotta per la legalità, sarebbe molto più semplice combattere la mafia e le ingiustizie che vi sono nella nostra società, senza nessun sacrificio umano.
Questo concetto è alla base della vita nella cooperativa e delle persone che cercano di combattere la criminalità nel proprio paese. Qui al sud ci sono maggiori difficoltà, rispetto al nord, nell’impegnarsi a vivere legalmente. Questo è ciò che ci hanno raccontato i soci della cooperativa che abbiamo incontrato, come Enzo (contadino che gestisce i campi e la villa) e Alessandro Leo (presidente della cooperativa Libere Terre di Puglia) che hanno ricevuto “pizzini” minatorii lasciati sulla macchina o nella buca delle lettere, ma nonostante ciò hanno continuato per la loro strada.
O come Ivano, nato e cresciuto a Mesagne, dove fino a due anni fa gli affiliati alla SCU sparavano nelle strade e dove la lotta alla mafia è sempre vista con diffidenza; infatti, la sua scelta non è stata facile, è stato più volte minacciato, anche con armi puntate alla testa.
Ma nonostante questi intoppi, loro continuano per la loro strada, aiutandosi tra loro nei momenti di difficoltà, condividendo la fatica e i momenti di gioia, perseverando insieme
nella costruzione di un mondo più giusto e onesto.Nei giorni del campo tutti noi, campisti, coordinatori e volontari dello SPI, abbiamo fatto nostra questa lotta comune e la condivisione che la alimenta: lavorando insieme, aiutandoci tra di noi nelle corvée, esponendo apertamente le nostre idee e confrontando le nostre riflessioni e raccontato la nostre cose, anche più intime, come si fa tra amici di lunga data. Era un clima bellissimo tutti abbiamo legato nonostante le differenti provenienze o il divario di età; siamo arrivati da individui ma siamo ripartiti come una cosa sola, infatti la frase che noi campisti abbiamo scelto per ringraziare tutti quelli che ci hanno permesso questa bellissima esperienza è stata: “Grazie a voi, adesso siamo un NOI!”
Nel viaggio di ritorno, la mia valigia era più pesante, non a causa di vestiti in più, ma grazie al bagaglio di emozioni, di conoscenze e di amicizie che questa esperienza mi ha donato. Questa è stata la più bella esperienza della mia breve vita, spero di poterla ripetere presto, intanto cercherò di mettere in pratica quello che ho portato via da qui, dando continuità a ciò che ho vissuto in questi dieci giorni. Ci sarebbero altri milioni di cose da dire, ma non voglio essere troppo prolisso, e poi, le cose che ho provato non si riescono a scrivere, io ho tentato di farlo in questo articolo, ma l’unico modo per capirle è prendere la saggia decisione di andare a un campo E!STATE LIBERI!


sabato 22 settembre 2012

IN RICORDO DI MAURO ROSTAGNO


"NOI NON VOGLIAMO TROVARE UN POSTO IN QUESTA SOCIETÀ, MA CREARE UNA SOCIETÀ IN CUI VALGA LA PENA TROVARE UN POSTO."
Mauro Rostagno


A 24 anni dall'anniversario dell'assassinio di Mauro Rostagno, Libera Trentino, in collaborazione con Antonio Marchi, propone una serata per ricordarlo e ricordare il processo che si sta celebrando nell'aula bunker "Giovanni Falcone" a Trapani.
Quest'ultimo lo potete seguire in diretta cliccando sulla pagina facebook "Processo per l'omicidio di Mauro Rostagno - Trapani Aula Falcone -" .


Vi aspettiamo  
MERCOLEDì 26 SETTEMBRE 
al BAR DUOMO (Via G. Verdi, 40 a TRENTO)
a partire dalle ORE 18:45

Ricordiamo Mauro raccontandovi la sua storia, tramite alcune letture tratte da "Il suono di una sola mano", libro scritto dalla figlia Maddalena, parti del Video che ha partecipato al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia e attraverso le parole di Antonio Marchi che l'ha conosciuto.

Durante la serata verrà allestito un banchetto con i prodotti di Libera e, per chi non lo avesse ancora fatto, ci sarà la possibilità di tesserarsi con Libera Trentino.


NON MANCATE!

giovedì 26 luglio 2012

IN MEMORIA DI RITA ATRIA

TRACCIA DEL TEMA
La morte del giudice Falcone ripropone in termini drammatici il problema della mafia. Il candidato esprima le sue idee sul fenomeno e sui possibili rimedi per eliminare tale piaga.

SVOLGIMENTO

Erice, 5 giugno 1992

La morte di una qualsiasi altra persona sarebbe apparsa scontata davanti ai nostri occhi, saremmo rimasti quasi impassibili davanti a quel fenomeno naturale che è la morte del giudice Falcone, per chi aveva riposto in lui fiducia, speranza, la speranza di un mondo nuovo, pulito, onesto, era un esempio di grandissimo coraggio, un esempio da seguire. Con lui è morta l'immagine dell'uomo che combatteva con armi lecite contro chi ti colpisce alle spalle, ti pugnala e ne è fiero. Mi chiedo per quanto tempo ancora si parlerà della sua morte, forse un mese, un anno, ma in tutto questo tempo solo pochi avranno la forza di continuare a lottare. Giudici, magistrati, collaboratori della giustizia, pentiti di mafia, oggi più che mai hanno paura, perché sentono dentro di essi che nessuno potrà proteggerli, nessuno se parlano troppo potrà salvarli da qualcosa che chiamano mafia.
Ma in verità dovranno proteggersi unicamente dai loro amici: onorevoli, avvocati, magistrati, uomini e donne che agli occhi altrui hanno un'immagine di alto prestigio sociale e che mai nessuno riuscirà a smascherare. Ascoltiamo, vediamo, facciamo ciò che ci comandano, alcuni per soldi, altri per paura, magari perché tuo padre volgarmente parlando è un boss e tu come lui sarai il capo di una grande organizzazione, il capo di uomini che basterà che tu schiocchi un dito e faranno ciò che vorrai.
Ti serviranno, ti aiuteranno a fare soldi senza tener conto di nulla e di niente, non esiste in loro cuore, e tanto meno anima. La loro vera madre è la mafia, un modo di essere comprensibile a pochi.
Ecco, con la morte di Falcone quegli uomini ci hanno voluto dire che loro vinceranno sempre, che sono i più forti, che hanno il potere di uccidere chiunque. Un segnale che è arrivato frastornante e pauroso. I primi effetti si stanno facendo vedere immediatamente, i primi pentiti ritireranno le loro dichiarazioni, c'e chi ha paura come Contorno, che accusa la giustizia di dargli poca protezione. Ma cosa possono fare ministri, polizia, carabinieri? Se domandi protezione, te la danno, ma ti accorgi che non hanno mezzi per rassicurare la tua incolumità, manca personale, mancano macchine blindate, mancano le leggi che ti assicurino che nessuno scoprirà dove sei. Non possono darti un'altra identità, scappi dalla mafia che ha tutto ciò che vuole, per rifugiarti nella giustizia che non ha le armi per lottare.
L'unica speranza è non arrendersi mai. Finché giudici come Falcone, Paolo Borsellino e tanti come loro vivranno, non bisogna arrendersi mai, e la giustizia e la verità vivrà contro tutto e tutti. L'unico sistema per eliminare tale piaga è rendere coscienti i ragazzi che vivono tra la mafia che al di fuori c'è un altro mondo fatto di cose semplici, ma belle, di purezza, un mondo dove sei trattato per ciò che sei, non perché sei figlio di questa o di quella persona, o perché hai pagato un pizzo per farti fare quel favore. Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare. Forse se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo.


Rita Atria



RITA ATRIA 

(Partanna, 4 settembre 1974 – Roma, 26 luglio 1992)

Rita Atria nasce in una famiglia mafiosa ed a undici anni perde, ucciso dalla mafia, il padre Vito, mafioso della famiglia di Partanna. Sono gli anni dell'ascesa dei corleonesi e della guerra di mafia che li vedrà impegnati in sanguinosi omicidi di uomini delle cosche rivali per la presa del potere. 

Alla morte del padre, Rita si lega ancora di più al fratello Nicola ed alla cognata Piera Aiello. Di Nicola, anch'egli mafioso, Rita raccoglie le più intime confidenze sugli affari e sulle dinamiche mafiose a Partanna. Nel giugno 1991 Nicola Atria verrà ucciso dalla mafia, e sua moglie Piera Aiello decide di collaborare con la giustizia. 

Rita Atria, a soli 17 anni, nel novembre 1991, decide di seguire le orme della cognata, cercando, nella magistratura, giustizia per quegli omicidi. Il primo a raccogliere le sue rivelazioni fu Paolo Borsellino al quale ella si legò come ad un padre. Le deposizioni di Rita e di Piera, unitamente ad altre deposizioni hanno permesso di arrestare diversi mafiosi e di avviare un'indagine sul politico Vincenzino Culicchia per trent'anni sindaco di Partanna. 

Una settimana dopo la strage di via d'Amelio, si uccise a Roma dove viveva in segretezza lanciandosi dal settimo piano. Rita Atria per molti rappresenta un'eroina, per la sua capacità di rinunciare a tutto, finanche agli affetti della madre (che la ripudiò e che dopo la sua morte distrusse la lapide a martellate), per inseguire un ideale di giustizia attraverso un percorso di crescita interiore che la porterà dal desiderio di vendetta al desiderio di una vera giustizia. Rita (così come Piera Aiello) non era una pentita di mafia, non aveva infatti mai commesso alcun reato di cui pentirsi. Per questo la sua collaborazione assume un valore ancora più alto e correttamente ci si riferisce a lei come "testimone di giustizia", figura questa che è stata legislativamente riconosciuta con la legge 13/2/2001 n. 45. 

Nel 2007 Veronica D'Agostino ha impersonato Rita nel film "La siciliana ribelle" del regista Marco Amenta. Il film ha suscitato la reazione di Piera Aiello che ha accusato il regista di intenti speculativi.

giovedì 19 luglio 2012

A VENT'ANNI DALLE STRAGI.

"AFFINCHè I MORTI APRANO GLI OCCHI AI VIVI"
(M. Djordjevic)

23 maggio 1992 - 23 maggio 2012
Ricordo Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.

19 luglio 1992 - 19 luglio 2012
Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina. L'unico sopravvissuto: Antonino Vullo.





"Quando è morto Falcone avevo 12 anni. Ero a Paestum, dove forse mi avevano già spedito in vacanza. Oppure semplicemente ero lì con tutta la famiglia per il fine settimana.
Un fine settimana di maggio. Ricordo solo che stavo in cucina, che la televisione era accesa e che mia zia d'improvviso si mise davanti alla tv. La coprì tutta con la sua schiena. Noi bambini non capivamo perché non volesse vedere, non capivamo perché volesse oscurare tutto. Giocavamo con una palla di gommapiuma in casa, non stavamo nemmeno guardando la tv, eppure lei si mise davanti, col suo corpo minuto, a coprire lo schermo quadrato di una piccola e vecchia Sony. Aveva le lacrime agli occhi, ci guardava come se non ci vedesse, agitava la testa e ripeteva "No, no, no". Nessuno di noi faceva domande.

I bambini del Sud cresciuti negli anni '80-'90 con faide di mafia, tensioni continue in strada e in casa, polizia e posti di blocco, sanno contenere le domande. Sarebbe stato naturale puntare il ditino verso lo schermo e chiedere spiegazioni. Noi no. Non chiedevamo, sentivamo che era accaduta la solita cosa, quella che quando accadeva se chiedevi qualcosa ti guardavano storto e chiudevano con "Niente, niente". Ricordo di essermi seduto a terra, gambe incrociate all'indiana, come faccio ancora oggi, e mi guardavo intorno. Fuori sentivo che tutte le case dei vicini avevano la tv accesa. Qualcuno la radio. C'era un silenzio irreale. Solo le voci dei bambini.

Il Tg3 confermò l'attentato. C'era una donna con i capelli corti che ne parlava da Palermo e ogni tanto si vedevano immagini incredibili: cemento e terra divelta. Lamiere e tante persone che si aggiravano come in trance tra le macerie. Capii che avevano ucciso un giudice e dei poliziotti. Mi feci coraggio e infransi la regola del bimbo di paese che non deve mai fare domande sul sangue e sui morti ammazzati. Riuscii finalmente ad alzarmi e chiesi: perché? Il 19 luglio dello stesso anno si è ripetuta una scena simile. Sempre a Paestum. Ricordo caldo afa sudore e lacrime. Lacrime per una morte che anche un dodicenne sentiva come annunciata. E oggi siamo ancora qui a chiederci: Perché? Come? Chi?" (Roberto Saviano)


martedì 3 luglio 2012

WORLD CAMP - IDEE PER CAMBIARE IL MONDO (Edizione II)

TERZOLAS - Convento dei Cappuccini
dal 3 all' 8 LUGLIO 2012

Evento ideato e promosso dalla Federazione Trentina della Cooperazione, in collaborazione con Formazione Lavoro, con l’Università di Sophia, con l’Associazione Giovani Cooperatori Trentini, con Fondazione Il Cuore si scioglie e Scuola Coop.

PROGRAMMA:
  • MARTEDI’ 3 LUGLIO
Ore 21.00 Saluto del Presidente Diego Schelfi e del Direttore Carlo Dellasega della
Federazione Trentina della Cooperazione

Saluto del Direttore Giorgio Pasolli di Formazione Lavoro

Presentazione del campus – Michele Dorigatti, Ufficio Studi e Intercooperazione
della Federazione Trentina della Cooperazione
  • MERCOLEDI 4 LUGLIO
Ore 9.00 - 13.00 Il daimon come felicità. Dare senso al lavoro. Prof. Luigino Bruni, economista.

Ore 21.00 Spettacolo musicale con gli Apocrifi – Tribute Band “Quale sarà la mano
che ti accende e ti spegne”
  • GIOVEDI’ 5 LUGLIO
Per un’economia a movente ideaIe. Prof.ssa Alessandra Smerilli, economista.

Ore 17.00 - 18.30 La danza d’espressione africana con Ania Tonelli.

Ore 21.00 Testimonianze di giovani imprenditori e amministratori – in
collaborazione con l’AGCT - Associazioni Giovani Cooperatori Trentini.

Elena Cetto, Cooperativa La Strada
Elisa Risatti, imprenditrice agricola
Francesca Re e Michele Tosolin, Cooperativa Mercurio
Gloria Comper- imprenditrice, Tecnodoor di Rovereto

Introduce e modera: Enrico Bertolotti, Presidente AGCT
  • VENERDI’ 6 LUGLIO
Uscire dalla crisi insieme. Per un nuovo umanesimo. Prof. Roberto Mancini, filosofo.

Ore 19.00 Dialogo sulla bellezza – Livio e Giorgio Conta, artisti e scultori, intervistati
da Sara Perugini, Ufficio Stampa della Federazione trentina della
Cooperazione
  • SABATO 7 LUGLIO
Ore 9.00 - 13.00 Dalla competizione alla cooperazione: l'esperienza del dono. Prof. Roberto Mancini, filosofo.

Ore 21.00 “I giovani per la legalità” – Serata pubblica promossa in collaborazione
con la Cassa Rurale di Rabbi e Caldes e con la Cassa Rurale Alta Valdisole
e Pejo:

Massimo Rocco, presidente della cooperativa “Le terre di don Peppe
Diana”, Campania;

Rosa Quattrone, Reggio Calabria;

Francesco Galante, presidente della Cooperativa Placido Rizzotto;

Carlo Alberto dalla Chiesa, Milano.

  • DOMENICA 8 LUGLIO
Ore 9.30 - 11.30 Mai senza l’altro. Prof. Marcello Farina, filosofo.

Ore 11.30 - 13.00 Valutazione del campus

mercoledì 27 giugno 2012

COMANDO E CONTROLLO

LIBERA TRENTINO

 presenta 
- LUNEDì 2 LUGLIO 2012 - ORE 20.30 -
CINEMA ASTRA
Corso Michelangelo Buonarroti, 16 Trento


COMANDO E CONTROLLO 
Il documentario sulla situazione dell'Aquila a tre anni dal terremoto
Interverranno 
Angelo Venti
Cristina Iovenitti

N O N _ M A N C A R E ! ! ! 

 

sabato 19 maggio 2012

TRENTO PER MESAGNE.

A 4 giorni dall'anniversario della strage di Capaci, i ricordi che ognuno di noi ha di quel 23 maggio 1992, dove si trovava, con chi era e quello che si è provato, da chi è stato raccontato e da chi ha ascoltato, è la nostra memoria, la nostra personale memoria che, in alcuni casi, ha segnato il cammino, la nostra conoscenza e la nostra coscienza.
Oggi 19 maggio 2012 un atto vergognoso, che ci tranquillizzerebbe non ricollegare ad un ritorno del terrorismo stragista mafioso che ancora deve rivedicare il proprio controllo violento su una parte del paese, e l'obbiettivo è una scuola, una scuole intitolata “Morvillo Falcone”, una scuola che vince il primo premio di un concorso sulla legalità.
L'impotenza e la rabbia ceca, perchè non indirizzata verso un singolo uomo, un ristretto gruppo di persone ma verso una cultura mafiosa e un individualismo che fa di quel singolo uomo un traghettatore di anime...
Scegliere una scuola, uccidere dei ragazzini, scegliere i simboli della lotta contro la mafia, significa dare un segnale ben preciso.
Un segnale a cui il movimento antimafia, e in particolare le studentesse e gli studenti d'Italia, che da sempre ne costituiscono l'anima, non possono non rispondere. Simboli della lotta alle mafie, di tutti gli uomini e le donne uccisi come danni collaterali in una guerra non dichiarata. Melissa Bassi è stata coinvolta in una guerra che non era la sua, e da lei, come da molti altri, dobbiamo imparare che quella guerra riguarda tutti, che la mafia è disposta a passare sopra tutto e per tutti pur di vincerla, che siamo tutti coinvolti. Se una società civile ancora esiste, in questo paese, è ora di dimostrarlo. Mobilitiamoci, tutti, subito. Cerchiamo di capire cos'è successo, rivendichiamo il diritto a conoscere la verità senza soluzioni di comodo, e facciamo sentire ai ragazzi e alle ragazze che siamo con loro.



domenica 13 maggio 2012

METRIC

Dal 2003 ad oggi la Provincia Autonoma di Trento collabora con Transcrime, il Centro interuniversitario di ricerca sulla criminalità transnazionale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e dell'Università degli Studi di Trento.
Diretto dal professore di criminologia Ernesto Ugo Savona, il centro rappresenta l'unione di esperienza e innovazione pluriennale nell'ambito della ricerca criminologica sia in Italia che all'estero.
Da circa dieci anni Transcrime realizza su commissione della Provincia Autonoma di Trento i cosiddetti, profili sicurezza, schede dati statistici che fotografano, a livello comprensoriale un tempo, oggi per ogni Comunità di Valle, lo stato della sicurezza del territorio presentando informazioni sulla criminalità e su altri fenomeni sociali. A differenza di altri territori del Nord Italia, simili al nostro territorio per benessere sociale ed economico, in Trentino non vi sono segnali di presenza stabile delle organizzazioni criminali di stampo mafioso. Non possiamo pertanto parlare di «colonizzazione» del territorio ad opera della malavita né di contagio da parte di quest'ultima, ma ciò non significa che il Trentino non sia soggetto a rischio di infiltrazione criminale.
Sulla scia di un modello analogo elaborato da Transcrime per il Ministero degli Interni, nasce l'idea di METRIC, Monitoraggio dell'Economia Trentina contro il Rischio Criminalità, commissionato dalla PAT nell'anno 2011 e reso pubblico lo scorso 2 maggio.
Metric è un'analisi di dati inerenti ai settori economici ed al territorio trentino che ha lo scopo di individuare le vulnerabilità territoriali e dei settori economici.
Si tratta di indicatori che possono essere utilizzati dalle singole istituzioni locali, al fine di leggere anzitempo se ci sono o meno tentativi di infiltrazione da parte della criminalità organizzata ed evitare il contagio del nostro tessuto produttivo e sociale: prevenire prima di curare!Il Trentino è la prima, e finora unica, realtà territoriale italiana che si è dotata di un modello per il monitoraggio del rischio criminalità con l'obiettivo di prevenire ciò che in altre regioni è da anni un dato di fatto.Il Rapporto Metric è lo strumento con cui si lavora specificamente alla prevenzione nei confronti delle infiltrazioni criminose in Trentino.
Le infiltrazioni della criminalità organizzata nell'economia legittima sono una delle nuove emergenze che i sistemi economici devono affrontare. Spesso le emergenze vengono affrontate quando l'evento si è manifestato in tutte le sue peggiori conseguenze.
La filosofia del progetto METRIC è proprio quella della “riduzione del contagio” monitorando le situazioni di rischio e accrescendo i fattori protettivi. Così, come nella ricerca medica, il progetto METRIC si fonda su tre ingredienti: 1) ricerca; 2) sviluppo di strumenti per il monitoraggio del fenomeno e 3) capacità di fornire indicazioni per i rimedi.
<<E' uno strumento d'avanguardia>> - ha detto il professor Savona - << che offre una serie di parametri di valutazione, come il Mafia index basato sul numero di denunce, come la quantità di beni confiscati ai malavitosi, come il grado di sofferenza per settore economico e per singola parte del territorio. La fase più importante è però quella in corso adesso, mirata a delineare strategie d'azione per prevenire con successo.>>
Esaminando ciò che emerge dal rapporto METRIC possiamo affermare che la presenza della criminalità organizzata sul territorio provinciale non è sistematica ed è legata principalmente a tratta di esseri umani, traffico di droga e contrabbando di tabacchi lavorati. Si tratta di traffici che sono in mano per lo più a organizzazioni di origine extracomunitaria (albanese, russa, nordafricana e cinese), mentre è scarsa la penetrazione nel tessuto economico locale di cosa nostra, camorra e 'ndrangheta.
Nel rapporto si citano a questo proposito l'operazione Matrioska, un'indagine sul riciclaggio internazionale di tangenti per la vendita di veicoli militari e per acquisire commesse pubbliche partita da movimenti sospetti di denaro nella Raffeisenkasse, ed ancora il caso della società Aspide srl, legata al clan dei Casalesi, dedita al finanziamento a tassi usurari (fino al 180%) ad imprese in difficoltà e senza credito dalle banche e che poi, di fronte all'insolvenza dei debitori, ottenevano l'intestazione di parte o di tutte le quote societarie trasferendole a prestanome.
Tra le società colpite vi sono alcune immobiliari e imprese alberghiere trentine.
Altri casi di infiltrazione criminale sono quelli, nel luglio 2010, della tentata scalata da parte di società vicine alla 'ndrangheta della Cosbau, azienda edile di Mezzocorona; dell'attività di alcune aziende di trasporto extraregionali riconducibili a titolari calabresi che, a prezzi molto bassi e fuori mercato, trasportavano verso altri cantieri materiale di scavo proveniente dai cantieri della galleria di Martignano, galleria di Mezzolombardo e circonvallazione di Moena; del coinvolgimento di un imprenditore trentino nell'attività di esponenti mafiosi finalizzata alla gestione di appalti e servizi pubblici nel settore della produzione di energia eolica nella provincia di Trapani.
 
I settori più a rischio sono quelli delle attività professionali, scientifiche e tecniche (che includono società di consulenza), delle costruzioni e quello dei trasporti e magazzinaggio; appare poi un settore a rischio quello degli appalti pubblici, anche se, per mancanza di dati comparabili, non è stata svolta alcuna attività di analisi specifica su tale settore. 
Le zone più vulnerabili, definite su un'ipotetica scala a rischio “medio” sono la Val d'Adige, l' Alto Garda e Ledro e la Vallagarina; il resto del territorio trentino corre un rischio "medio basso" e "basso".
A commento del rapporto, Dellai ha ribadito come il tema sicurezza sia da sempre all'attenzione della Giunta provinciale. <<Il Trentino >> - ha affermato il presidente - << è un territorio sostanzialmente sano, ma proprio per questo può entrare nel mirino di attività criminali, ed è questa la ragione per la quale dobbiamo tenere alzate le antenne. Convinti come siamo che sia meglio prevenire anzichè curare, pensiamo però che il bene collettivo della sicurezza economica e sociale richieda, accanto alle attività di contrasto svolte dallo Stato (che tra l'altro sosteniamo anche con accordi di tipo logistico ma anche sul piano delle valutazioni e delle analisi sottoscritti con magistratura e forze dell'ordine), anche un'assunzione di responsabilità relativamente ai doveri di vigilanza e controllo da parte delle pubbliche amministrazioni locali. Per questo, così come stanno facendo governi nazionali ed organizzazioni internazionali quali ad esempio l'Ue e l'Onu, chiediamo la collaborazione di Transcrime.>>

PER APPROFONDIMENTI:
Presentazione del Rapporto METRiC al Consiglio Provinciale;
Monitoraggio dell'Economia Trentina contro il Rischio Criminalità.