A 4 giorni dall'anniversario della strage di Capaci,
i ricordi che ognuno di noi ha di quel 23 maggio 1992, dove si
trovava, con chi era e quello che si è provato, da chi è stato
raccontato e da chi ha ascoltato, è la nostra memoria, la nostra
personale memoria che, in alcuni casi, ha segnato il cammino, la
nostra conoscenza e la nostra coscienza.
Oggi 19 maggio 2012 un atto vergognoso, che ci
tranquillizzerebbe non ricollegare ad un ritorno del terrorismo
stragista mafioso che ancora deve rivedicare il proprio controllo
violento su una parte del paese, e l'obbiettivo è una scuola, una
scuole intitolata “Morvillo Falcone”, una scuola che vince il
primo premio di un concorso sulla legalità.
L'impotenza e la rabbia ceca, perchè non
indirizzata verso un singolo uomo, un ristretto gruppo di persone ma
verso una cultura mafiosa e un individualismo che fa di quel singolo
uomo un traghettatore di anime...
Scegliere una scuola, uccidere dei ragazzini,
scegliere i simboli della lotta contro la mafia, significa dare un
segnale ben preciso.
Un segnale a cui il movimento antimafia, e in
particolare le studentesse e gli studenti d'Italia, che da sempre ne
costituiscono l'anima, non possono non rispondere. Simboli della
lotta alle mafie, di tutti gli uomini e le donne uccisi come danni
collaterali in una guerra non dichiarata. Melissa Bassi è stata
coinvolta in una guerra che non era la sua, e da lei, come da molti
altri, dobbiamo imparare che quella guerra riguarda tutti, che la
mafia è disposta a passare sopra tutto e per tutti pur di vincerla,
che siamo tutti coinvolti. Se una società civile ancora esiste, in
questo paese, è ora di dimostrarlo. Mobilitiamoci, tutti, subito.
Cerchiamo di capire cos'è successo, rivendichiamo il diritto a
conoscere la verità senza soluzioni di comodo, e facciamo sentire ai
ragazzi e alle ragazze che siamo con loro.